Quattro generazioni di buon cibo: quando la pasta diventa arte
27 Aprile 2023
Il cibo che facciamo racconta una storia: una storia che inizia nel 1877, fatta di tradizione e innovazione, di attenzione per il benessere delle persone e del pianeta, ma anche di arte e comunicazione. Da 146 anni, le ricette dei nostri prodotti sono anche racconti dei tempi che cambiano.
Guardiamo al percorso fatto come punto di partenza verso il futuro, sempre nel solco della qualità come scelta concreta per un domani migliore: anche per questo, nel 2022 abbiamo scelto una mongolfiera come soggetto del francobollo speciale emesso dallo Stato italiano per celebrare il nostro 145esimo compleanno.
Questa immagine rappresenta non solo la nostra volontà di guardare al futuro e di allargare i nostri orizzonti, ma documenta anche il nostro rapporto con l'arte e la comunicazione attraverso la rielaborazione di uno storico manifesto del 1947, “In alto dal 1877”, realizzato dal pittore e grafico Giuseppe Venturini.
Allora Pietro Barilla lo scelse per festeggiare i primi 70 anni della nostra pasta e regalare un nuovo auspicio al Dopoguerra italiano. Oggi lo abbiamo aggiornato per continuare a proiettarci in avanti e per scrivere un futuro legato a doppio filo con le nostre radici.
DA 146 ANNI UNIAMO L’IMMAGINARIO E LA FANTASIA ALLA CONCRETEZZA DEL “SAPER FARE”
La nostra storia inizia a Parma nel 1877, con una piccola bottega di pane e pasta. L’arte e la comunicazione sono state connesse alla nostra visione imprenditoriale sin dalle origini, nel solco di una vocazione a rispondere con l'innovazione ai bisogni di ogni epoca. Già dagli inizi del Novecento, infatti, abbiamo dato vita ai primi esperimenti con loghi, cartoline, fumetti. Il primo marchio Barilla registrato risale al 1910: si tratta di un garzone, denominato “il putèn”, che versa un tuorlo d’uovo in una madia di farina.
Nello stesso periodo, dal 1911 al 1952, i nostri calendari descrivevano la cultura dell’epoca e racchiudevano le prime pionieristiche indicazioni pubblicitarie. A realizzarli, firme famose del tempo come Emma Bonazzi, Adolfo Busi, Luciano Bonacini e Mario Puppo, sempre alla ricerca di una qualità dell’immagine che evocasse cura per il dettaglio.
Fu nell’immediato Dopoguerra, però, che Pietro Barilla, subentrato alla guida dell’azienda assieme al fratello Gianni, comprese che la chiave del successo non è solo nella qualità dei prodotti, ma anche in una sapiente cura dell’immagine.
Il suo viaggio in America, nel 1950, rappresentò uno spartiacque. Negli Stati Uniti, infatti, Pietro Barilla conobbe da vicino le logiche della pubblicità, le tecniche del marketing, il packaging e la grande distribuzione organizzata. Il primo effetto di questo confronto con il nuovo? La scelta lungimirante e del tutto innovativa della confezione di cartone per la pasta, fino a quel momento venduta sfusa o esportata in cassette di legno.
Dopo vent’anni in cui il logo aziendale era sostanzialmente rappresentato dal lettering del nome Barilla, nel 1952 decidemmo di dar vita a un nuovo logo. Fra i tanti intellettuali e artisti con cui aveva stretto rapporti di sincera amicizia, Pietro Barilla incaricò Erberto Carboni, architetto e designer fortemente legato alla cultura figurativa del Post-cubismo francese. La sua intuizione iniziale - il brand incorniciato nell’ovale - è ancora oggi al centro del dispositivo visivo del logo della nostra marca.
Attraverso gli slogan, come “Con Pasta Barilla è sempre domenica”, i manifesti e i primi esperimenti con i film d’animazione, in quegli anni ponemmo inoltre le basi per la nuova immagine della nostra marca. Un’immagine che riecheggia ancora oggi.
UNA GALLERIA D’ARTE PERMANENTE NEL PASTIFICIO PIÙ GRANDE DEL MONDO
«L’arte è una bellezza da condividere» amava ripetere Pietro Barilla. La sua frequentazione con critici e artisti lo portò a circondarsi di opere d’arte moderna e a circondarne tutti i suoi collaboratori. Così gli uffici e il pastificio di Pedrignano a Parma assunsero da subito l’aspetto di un affascinante museo: un connubio insolito tra la bellezza del saper produrre cibo buono e le forme dei quadri di Boccioni, De Chirico, Magritte, Guttuso, Morandi, Chagall, Picasso e delle sculture di Rodin, Moore, Marini, Manzù.
«Mi piace che quadri e sculture vivano fra chi lavora nell’azienda. In ogni ufficio un quadro più o meno importante. Importante però è solo il giudizio della critica. Per me, infatti, sono tutti importanti: li ho scelti uno per uno lasciandomi trascinare dall’emozione»: in quelle parole di Pietro Barilla la passione del collezionista si sposava al senso vitale delle cose e all’efficienza della tecnologia.
IL GUSTO DEL BELLO, IN TV E AL CINEMA
Per tutto il Novecento e fino a oggi, abbiamo continuato a esplorare il rapporto fra le diverse forme d’arte e la comunicazione, mettendo la pubblicità a valorizzazione del nostro impegno per la qualità e la gioia.
Un esempio su tutti? L’iconico claim “Dove c’è Barilla, c’è casa”, accompagnato dalle musiche del compositore greco Vangelis: un binomio che ha saputo raccontare al meglio quell’universo di valori che ci guidano dal 1877.
La nostra produzione audiovisiva per il piccolo e il grande schermo si è legata nel tempo a collaborazioni d’autore con straordinari registi di fama mondiale: Wim Wenders, David Lynch, Nikita Michalkov, ma anche giganti del cinema italiano come Federico Fellini, che nel 1985 firmò una pubblicità irriverente nella sua infinita classe, o Giuseppe Tornatore, reclutato insieme al compositore Ennio Morricone per la campagna sulla “Famiglia del Mulino” della nostra marca Mulino Bianco.
Sin dagli albori delle nostre campagne promozionali nazionali, ai tempi dei caroselli e dei primi serial pubblicitari, abbiamo scelto come testimonial attori come Giorgio Albertazzi, il futuro premio Nobel per la Letteratura Dario Fo, ma anche i cantanti Mina e Massimo Ranieri. Figure emblematiche delle vicende artistiche dell’Italia, capaci di far immedesimare immediatamente i telespettatori.
Da quando siamo presenti in oltre 100 Paesi nel mondo, attori come Paul Newman, Antonio Banderas e Cindy Crawford ma anche icone dello sport come Alberto Tomba, Roger Federer, Steffi Graf e Mikaela Shiffrin hanno prestato il loro volto alla nostra creatività.
UN ARCHIVIO APERTO A TUTTI, PER RACCONTARE LA NOSTRA STORIA
Questo viaggio fra diverse forme d’arte, capace di catturare lo spirito dei tempi che ben quattro generazioni della nostra impresa familiare hanno attraversato, è oggi immortalato in un Archivio Storico che raccoglie la storia del nostro Gruppo. Al suo interno, dal 1987 sono custodite le testimonianze della vita, dei progetti, delle scelte, delle strategie, dei prodotti, delle persone che hanno lavorato in Barilla.
Un patrimonio storico che abbiamo voluto digitalizzare e rendere accessibile a tutti affinché fosse un archivio “vivo”, costantemente alimentato e aggiornato. Il suo riconoscimento da parte del Ministero della Cultura per il “notevole interesse storico” ci rende particolarmente orgogliosi, perché attesta come il nostro archivio “racconta l’evoluzione del costume italiano”.
Curiosità, innovazione, gusto per il bello sono stati carburante del nostro percorso. Dal 1877, Barilla è protagonista di un viaggio di bontà attraverso il costume, l’arte, e i continui mutamenti della società.
Un viaggio di cui siamo orgogliosi: e il sogno continua.
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