Stagione del raccolto Barilla: nelle filiere italiane di pomodoro e basilico il “saper fare” dei produttori esalta la qualità e la sostenibilità delle materie prime
27 Agosto 2024
• Filiere locali, tutela del territorio e legame pluridecennale con i produttori, ma anche alta specializzazione e competenza nelle tecnologie di trasformazione: sono queste le caratteristiche che definiscono la qualità del pomodoro e del basilico per sughi e pesti Barilla.
• Sono oltre 100.000 le tonnellate di pomodoro italiano che vengono lavorate e che poi Barilla trasforma ogni anno in salse e sughi.
• Oltre 6.500 sono invece le tonnellate di basilico 100% italiano acquistate da Barilla e che diventeranno pesto.
Pomodoro e basilico: due ingredienti semplici, ma straordinari, espressione della bella stagione e dello stile italiano. Perfetti in estate per dare sapore e colore tantissimi piatti, come gli spaghetti pomodoro e basilico: una ricetta che rappresenta tutta la bontà e la qualità del Made in Italy nel mondo. E proprio in estate, con il caldo arriva anche il momento del raccolto.
Sono infatti oltre 100.000 le tonnellate di pomodoro italiano che vengono lavorate e che poi Barilla trasforma ogni anno in salse e sughi e oltre 6.500 le tonnellate di basilico 100% italiano che diventano pesto. Proprio il basilico 100% italiano nasce principalmente nei campi coltivati vicino allo Stabilimento di Rubbiano a Parma, in piena Food Valley, dove si preparano sughi e pesti con vasetti 100% riciclabili.
“Il basilico viene seminato in primavera, per essere raccolto d’estate: con la raccolta si parte al mattino presto, poiché bagnate dalla rugiada le foglie mantengono tutte le qualità in vista della trasformazione. Viene colto a 15cm perché interessa il rapporto foglia-gambo, ma anche la croccantezza e il profumo intenso. Il nostro clima e il nostro suolo conservano le caratteristiche migliori per questo tipo di coltivazione” – ha commentato Simone Bernardi, titolare dell’azienda Agricola Bernardi di Collecchio (PR).
“Il pomodoro nella zona di Parma e Piacenza è il filo conduttore della nostra vita. Per un prodotto eccellente il terreno non deve mai scendere al di sotto dei 13°C nemmeno durante la notte. Le piantine, invece, devono essere poste nel terreno in primavera, tra aprile e maggio, quando la temperatura è di 20-25°C. Il nostro è un impegno costante durante tutto l’anno per garantire un raccolto di qualità” – ha commentato Giuseppe Bonati, titolare dell’azienda agricola La Felina di Felino (PR).
Alle spalle di ogni raccolto vive dunque l’impegno di produttori e trasformatori italiani che sapientemente impiegano un’esperienza che si tramanda nel tempo, mantenendo l’unicità dei prodotti agricoli italiani apprezzati a livello mondiale. Ciò definisce la qualità e la sostenibilità della produzione, che nasce da un rapporto più che ventennale di Barilla con diversi produttori, fornitori e trasformatori italiani. Il pomodoro e il basilico utilizzati dall’azienda, infatti, si contraddistinguono per la loro origine italiana, per la profonda integrazione con gli agricoltori del territorio (sono 37 i fornitori che collaborano con Barilla nella filiera del basilico) e per l’alta specializzazione e competenza nelle tecnologie di trasformazione. Barilla si impegna da anni ad acquistare materie prime da filiere responsabili e sostenibili dal punto di vista economico, sociale e ambientale. Alla base, c’è la volontà del Gruppo di stabilire rapporti di lavoro duraturi con i propri fornitori, fondati sul dialogo, sulla trasparenza e sulla soddisfazione delle controparti. Sono infatti l’eccellenza della qualità, il rispetto dei diritti umani e dell’ambiente alcuni dei criteri utilizzati nella selezione dei collaboratori.
Inoltre, per quanto riguarda il pomodoro per il mercato italiano ed europeo, Barilla acquista le materie prime da primari trasformatori italiani, che lavorano pomodori 100% Made in Italy. Tutti sono certificati Global G.A.P o seguono i disciplinari di produzione integrata regionali, a garanzia dell’applicazione di pratiche agricole sostenibili e responsabili.
“Quella di Barilla è una cucina sostenibile e persegue l’obiettivo di portare sulle tavole degli italiani e non solo la gioia del cibo per una vita migliore. Utilizzare materie prime di qualità, per Barilla, non è solo una necessità produttiva in chiave competitiva. È una responsabilità sociale ed etica. Da qui nasce la volontà del Gruppo di dar vita alla Carta del Basilico, un disciplinare per la coltivazione sostenibile, per la valorizzazione della biodiversità e delle comunità degli agricoltori. Mentre per i pomodori, Barilla si impegna ad acquistare esclusivamente quelli con certificazione di buone praticole agricole. Siamo orgogliosi che i nostri fornitori ci seguano da oltre 30 anni, alla base c’è un rapporto di fiducia che arriva sino al consumatore finale” - commenta Cesare Ronchi, Direttore Acquisti Materie Prime del Gruppo Barilla.
TECNOLOGIA BLOCKCHAIN IN 14 PAESI PER GARANTIRE L’AUTENTICITA’ DI OGNI INFORMAZIONE
Con l'obiettivo di ridurre l'impatto ambientale, Barilla implementa pratiche agricole sostenibili certificate per proteggere il territorio, il pianeta e le persone coinvolte. Allo scopo di garantire la massima trasparenza per i consumatori italiani, Barilla nel 2024 ha portato avanti la completa digitalizzazione della filiera del basilico fresco utilizzato per il pesto alla genovese, per una totale tracciabilità ed efficienza. Il basilico (fresco e semilavorato) per il pesto alla Genovese è il primo al mondo a essere tracciato tramite tecnologia blockchain, con l’obiettivo finale di mettere a disposizione del consumatore una vera carta d’identità del basilico. A partire da luglio 2024, il QR code viene applicato sui vasetti di Pesto alla Genovese e alla sua variante senz’aglio distribuiti non solo in Italia, ma anche in altri 14 mercati Europei. Attraverso la scannerizzazione del codice presente sulla confezione, è possibile conoscere il luogo di coltivazione del basilico e tutte le informazioni testuali e fotografiche relative all’azienda produttrice. Il sistema di tracciabilità in blockchain è sviluppato in collaborazione con Connecting Food, ha coinvolto 50 unità operative, 19 aziende agricole e 6 fornitori, oltre allo stabilimento di Rubbiano in provincia di Parma.
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