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In merito alle analisi sulla pasta industriale, effettuate dall’associazione Grano Salus su alcuni campioni di pasta industriale, tra cui Voiello e Barilla, che evidenzierebbero la presenza di minime tracce di contaminanti e micotossine come Don, Glifosato e Cadmio, ben al di sotto dei limiti di legge, il Gruppo Barilla contesta le gravi inesattezze riportate da Grano Salus che ledono la reputazione del più grande produttore di pasta al mondo e di tutta la categoria dei pastai italiani.
Barilla precisa inoltre che non è stata contattata da Grano Salus in alcun modo. E, in assenza di informazioni sul campionamento e la metodologia di utilizzata per il test, nutre grandi dubbi sulla loro attendibilità.
Grano Salus sostiene che la presenza di minime tracce di contaminanti, ben al di sotto dei limiti di legge, riscontrata nei campioni di pasta Barilla e Voiello, sia indice del fatto che anche Voiello, oltre al marchio Barilla, utilizza grani duri esteri.
Questa affermazione è falsa.
La pasta Voiello è realizzata solo con grano duro Aureo, 100% italiano. Questa varietà possiede un'altissima qualità pastificatoria garantendo quell’eccellenza dei parametri tecnologici come contenuto proteico, pari al 15,5% e forza del glutine, che la caratterizzano come “Top Quality”.
Il grano Aureo viene seminato principalmente nelle zone vocate alla produzione di grano duro di Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e nel Beneventano per poi essere macinato nel mulino di Altamura. Ed è lavorato da agricoltori selezionati che hanno sottoscritto accordi di coltivazione con il Gruppo Barilla per produrre grano di alta qualità e sostenibile. La presenza di tracce di residui riscontrate nei campioni di pasta Voiello sottoposte ad analisi non può essere quindi attribuita, come lascia intendere Grano Salus, all'utilizzo di grano di provenienza estera.
Allo stesso tempo precisiamo che la pasta a marchio Barilla viene realizzata attraverso una miscela dei migliori grani italiani (per il 70% circa) ed esteri per la parte minore (circa il 30%). Lo facciamo perché l’Italia non è autosufficiente per la produzione di grano di qualità, ed è quindi necessario importare grano estero di qualità top per rinforzare la miscela della semola utilizzata e tutelare così il mito della pasta italiana.
È inaccettabile dunque insinuare, come fa Grano Salus, nel commento alle analisi che l’industria della pasta italiana miscelerebbe grani fuorilegge con grani che rispettano i limiti. Lo proibisce la legge europea, cui Barilla e più in generale tutti i produttori italiani di pasta si attengono.
Barilla è inoltre impegnata, in prima linea, nella valorizzazione della filiera italiana della pasta attraverso i nuovi contratti di coltivazione triennali del grano duro stipulati con gli agricoltori italiani. Un investimento importantissimo da parte del Gruppo di Parma per produrre grano duro di alta qualità secondo metodi sostenibili. La coltivazione viene infatti realizzata riducendo al minimo l’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi, grazie all’ausilio di tecniche colturali, come il sito granoduro.net, che permettono di ottimizzare le scelte degli agricoltori.